Guardo fuori, e sono
felice. E’ una bella giornata di sole, e la pioggia mi piace. Esco e mi
arrampico su un albero – quale cosa migliore di una bella passeggiata in
una giornata come questa?, mi dico. Così decido di starmene in casa
con mia moglie, che poi è la figlia di mio nipote giudice, il fratello
di mio nonno avvocato, e insieme ci sdraiamo sul soffitto a guardare la
Tv. Nel frattempo, è arrivata l’alba, i gufi cominciano ad uscire
dalle loro tane: è ora di cena, e pensiamo ai nonni soli soletti
a casa loro: “Forse sarebbe il caso di invitarli a pranzo, caro, che ne
pensi? Abbiamo tante cose da mangiare, e loro non hanno niente…” sospira
mia moglie guardando il frigorifero vuoto, mentre nostro figlio di pochi
mesi, affamato, si prepara un sandwich. “Certo, tesoro, è un’ottima
idea…”, le dico, e già sto andando a prepararmi, ma lei non mi ascolta.
“Non si mangia lontano dai pasti!” urla con tono imperativo a quel bambino
che non so neppure chi sia. Il bimbo ride mortificato, e lei arrabbiata
finisce di preparargli il sandwich.
Sbrigate le ultime
faccende – togliere l’acqua ai pesci, portare il bambino a spasso, mettere
a dormire il cane nella culla – mia moglie è finalmente pronta.
Ci avviamo verso casa dei nonni, portando una bottiglia vuota di champagne,
perché non ci si presenta mai a colazione a casa di qualcuno a mani
vuote. Ci tocca prendere dal garage l’aereo, perché mia suocera
abita in fondo al mare, tra gli struzzi e i koala, quindi senza aereo non
potremmo raggiungerla che a piedi; e io non sopporto camminare per strada
in pieno giorno, con tutta la brutta gente che c’è in giro… Così,
controvoglia, saliamo sul treno per andare da mia suocera. Ma sfortunatamente
il tempo migliora, e smette di piovere. Dannazione! Mi viene un gran mal
di testa, perché il brutto tempo mi innervosisce. Mia moglie nota
il mio buon umore; è un po’ preoccupata, tuttavia, mi dice, non
possiamo non andare dai nonni adesso che li abbiamo invitati a cena! “Vedrai
che le chiacchiere della zia ti faranno stare un po’ meglio…” aggiunge
consolatoria. Quando usa quel tono di voce mi intenerisce sempre… Sbotto
in un fiume d’imprecazioni a lungo represse: LA ZIA È MUTA! Il mal
di testa non mi passerà mai… e infatti, comincia a migliorare. Sono
stufo: vorrei piantare in asso tutto e andarmene dalla nonna, ma alla fine
la mia razionalità ha la meglio e decido di proseguire la serata
così come avevamo progettato. Saliamo sull’elicottero e andiamo
su un’isola deserta affollata di gente: in fondo, mi dico, il miglior modo
per sbollire la rabbia è starsene un po’ da soli in un posto tranquillo……