In una luminosa notte autunnale, intrisa di piaceri
spasmodici, quando il mare tergiversa sugli scogli dolenti, carpimmo senza
veli che tutto poteva essere raccolto in versi.
Giallora era tarda.
Nel ciel ribrezzo di Ottobre scorgemmo, ahi noi, un candido
messaggero alato: divina ispirazione, esotica commedia, portentosa idea.
La guerra impietosa di fronte al più debole, carnefice sconosciuta
della società attuale, adulatrice della stupida ingordizia umana,
vampira sicuramente genovese.
Alla balorda zimbella cugina di Eva soltanto una cosa
vorremmo dire: "Io mio figlio, a quella scuola lo mando!".
Se si fosse trattato tuttavia, di scrivere un libro senza
patemi d'animo, senza sacrifici, avremmo potuto essere considerati degli
ingordi: trattasi di questo.
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