Ci sono istanti
in cui perdo la storia
e l’intera memoria
è come un museo incendiato
non resta allora
che contare sulla geografia
carezzandosi i capelli
come il vento fra i boschi
e sdraiati
ammirare la montagna
del ginocchio
la valle ombelicale
sotto una coltre di nebbia
ma soprattutto
nel cielo dell’occhio
la regolare palpebra
che ha la monotona alternanza
della notte e del giorno. |