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Il nome di questa chiesa, dai monopolitani chiamata semplicemente "L'Amalfitana", può essere fatto risalire ad un fatto di "cronaca" dell'anno 1059 DC. Fu proprio in quell'anno, difatti, che un gruppo di marinai amalfitani, rifugiatisi a Monopoli per sfuggire ad una tempesta che li aveva sorpresi mentre erano per mare, si fermarono a pregare in una grotta, già adibita a semplice chiesa da un gruppo di monaci. In segno di devozione per la salvezza ricevuta, i superstiti dedicarono la grotta alla Madonna.
L'originaria grotta costituisce oggi la cripta della chiesa. Cripta strutturata con una sola navata, delimitata da due absidi, alla quale, attualmente, si accede scendendo una scala ricavata nella navata destra della chiesa superiore.
La chiesa attuale, in muratura, è invece datata XII secolo, quando personalità appartenenti alla Repubblica di Amalfi decisero di edificarla. La basilica superiore, di impostazione evidentemente romanica, è divisa in tre navate. La facciata esterna mostra invece i segni del rifacimento avvenuto nel XVIII sec.
La chiesa è oggi un frequentato centro di culto, oltre che la sede suggestiva di iniziative culturali di diverso genere. Vi si svolgono, infatti, mostre di pittura, di fotografia come anche concerti di musica classica, letture di poesie ed altro.
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